Tra le strade del centro storico di Macerata, ben inserito nel tessuto cittadino, si trova Museo Palazzo Ricci, edificio dalla storia centenaria che oggi ospita una delle più grandi collezioni d’arte del ‘900 italiano.
La storia di Palazzo Ricci – Petrocchini
Nel 1601 il cardinale Petrocchini acquistò l’edificio (che precedentemente era una monastero) per donarlo alla nipote Girolama Petrocchini in occasione del suo matrimonio con Antonio III Ricci, importante nobile maceratese. I due vissero nel primo nucleo del palazzo, che nel 1772 vide ampliata la sua superficie grazie all’acquisto di nuove aree limitrofe da parte dell’erede Antonio IV Ricci.
Accanto alla riprogettazione degli spazi si fece anche un importante lavoro decorativo con l’affrescatura delle stanze di tutti i piani del palazzo; venne aggiunta la scala centrale in pietra cornea che crea il collegamento tra i piani in tipico stile vanvitalliano e messa a punto la pavimentazione dell’ingresso, luogo dove anticamente giungeva la carrozza e lasciava i suoi passeggeri.
È interessante notare, nelle fondamenta del palazzo, la presenza di due livelli di grotte, spazi freschi adibiti alla conservazione dei cibi con tanto di neviera annessa.
La storia della famiglia Ricci termina agli inizi dell’800, periodo in cui la proprietà venne venduta e ad oggi non si conosce l’identità dei successivi titolari. Ulteriori notizie inerenti il palazzo risalgono alla seconda guerra mondiale quando, durante i bombardamenti, molte famiglie sfollate furono ospitate all’interno del palazzo, con una riorganizzazione degli spazi in minialloggi.
Nel 1976 la banca Carima acquistò la struttura pensando di collocarvi la propria sede bancaria, cosa che non avvenne mai perché essa non si prestava, nella sua conformazione, a tale scopo.
D’altra parte, l’edifico si presentava in un tale stato di degrado che iniziò una campagna di restauro durata cinque anni, restituendo l’antico fasto al palazzo, con il ripristino degli affreschi e l’acquisto di mobilio in stile sei-settecentesco.
Palazzo Ricci è oggi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata.
La collezione artistica del Museo Palazzo Ricci
L’edificio si sviluppa su quattro piani, due dei quali visitabili e dedicati alla mostra permanente di pitture e sculture del ‘900, con un particolare focus sugli artisti futuristi italiani e maceratesi. Sono visibili quindi opere di Giacomo Balla; Gino Severini; Fortunato Depero, presente con opere pittoriche e scultoree; Enrico Prampolini, esponente della Scuola di Roma; Giorgio de Chirico, esponente della corrente metafisica, di cui, tra le altre, possiamo ammirare una delle sue opere d’esordio “Le Muse inquietanti“; Giorgio Morandi; Filippo de Pisis; Lucio Fontana e i maceratesi Bruno Tano; Umberto Peschi; Ivo Pannaggi, con l’opera “Treno in corsa“; Gino Bonichi, in arte noto come Scipione, il cui tema principale è quello del conflitto con la figura femminile definita nell’opera emblematica “La Piovra“; lo scultore Pericle Fazzini; Osvaldo Licini e molti altri artisti interessati anche al mondo dell’arredo e del design.
Curiosità
L'opera Le Muse inquietanti di de Chirico fu realizzata per la prima volta tra il 1917 e il 1919 ma la copia esposta a Palazzo Ricci risale al 1950: nel corso della sua vita, de Chirico ha riprodotto più volte le sue opere retrodatandole e quella in possesso della Fondazione è proprio una di queste, un vero e proprio “falso d’autore”.
Varcando la soglia d’ingresso di Museo Palazzo Ricci è interessante notare la presenza di una grata ai piedi del portone principale che garantiva il passaggio della neve nella neviera sottostante.
Orari di apertura: 10:30 – 13:00 | 14:30 – 17:30
La biglietteria chiude alle 17:00